Nei giorni 1 e 2 ottobre scorsi abbiamo avuto l’opportunità di vivere un’esperienza davvero significativa: insieme alle nostre docenti accompagnatrici ci siamo recate a Brescia, presso la sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per partecipare a un incontro dedicato al tema del service learning.
Per noi, Eva e Beatrice, studentesse del quinto anno dell'IIS Majorana-Maitani, questo è stato un momento di grande crescita personale e formativa, oltre che un’occasione per condividere con altri studenti e professori universitari un percorso che ci sta particolarmente a cuore. Il service learning è una metodologia che unisce l’apprendimento con il servizio alla comunità, permettendo agli studenti di mettere in pratica ciò che imparano in modo concreto e socialmente utile.
Nella nostra scuola, questo approccio ha preso forma nel progetto “Arte accessibile”, un’iniziativa che ci ha permesso di riflettere profondamente su un tema tanto affascinante quanto complesso: come può una persona con disabilità visiva ammirare l’arte? Da questa domanda semplice ma potente è iniziato tutto. Abbiamo cercato risposte, ci siamo confrontate, abbiamo fatto ricerca, ma
soprattutto abbiamo ascoltato. L’incontro con Chidi, una ragazza non vedente della nostra scuola, è stato il punto di svolta del nostro lavoro.
Grazie a lei abbiamo compreso che rendere l’arte accessibile non significa solo descrivere un quadro o una scultura, ma far sì che l’esperienza artistica diventi emozione condivisa, percepibile attraverso altri sensi, altre parole, altre modalità di espressione. Abbiamo realizzato una presentazione e un video in cui Chidi stessa si è espressa sull’importanza dell’arte accessibile, raccontando le sue sensazioni, le difficoltà ma anche la bellezza di poter “sentire” un’opera d’arte con il cuore e con l’immaginazione.
Presentare questo lavoro davanti a un pubblico universitario è stato emozionante: ci siamo sentite parte di qualcosa di più grande, di una rete di studenti e insegnanti che credono nel valore dell’inclusione e dell’impegno sociale. Abbiamo capito che l’arte, nella sua essenza, è comunicazione universale. Abbattere le barriere non significa solo aiutare chi non vede, ma educare noi stessi a guardare con occhi nuovi. Abbiamo capito che l’arte accessibile non è solo un progetto scolastico, ma un modo per rendere il mondo più umano: un luogo dove la bellezza possa davvero appartenere a tutti. Siamo grate per questa esperienza e per l’opportunità che ci è stata data dalla nostra scuola.
Eva e Beatrice

















